UN FIORE ANTICO DALLA RICCA FIORITURA
Già gli Aztechi amavano questo fiore selvaggio che cresceva spontaneamente nelle terre dell’attuale Messico. La Dalia deve il suo nome al botanico svedese Andreas Dahl e fu introdotta in Europa dagli Spagnoli nel XVIII secolo.
SCHEDA TECNICA:
Coltivazione: si mette a dimora da aprile a maggio. In terreno leggermente acido. Necessita di un costante apporto idrico.
Fioritura: da giugno ad ottobre.
Concimazione: con concime organico o stallatico ben maturo.
Propagazione: avviene per seme, o per divisione delle radici tuberizzate.
La Dalia è una pianta subtropicale che necessita di un terreno ricco, leggermente argilloso e acido, di innaffiature costanti e regolari concimazioni.
Le dalie si suddividono in due grandi gruppi principali le annuali e le tuberose, andiamo a scoprirli meglio.
Le annuali si propagano per seme e vengono usate nelle aiuole. Le aiuole dove si coltivano le dalie devono essere esposte al sole (non vanno assolutamente messe all’ombra di edifici o alberi)
Le tuberose pur essendo adatte ad essere coltivate con altre piante nelle bordature, è preferibile coltivarle da sole. Le tuberose si suddividono in ulteriori sottogruppi a seconda della forma dei loro fiori: dalie decorative, a palla, a pompom e a fiore semplice.
I fiori possono assumere svariati colori, così come è variabile la forma dei petali.
COME PIANTARLE:
I tuberi delle dalie si piantano dalla metà di aprile non appena il terreno è lavabile. La distanza da lasciare tra un tubero e l’altro dipende dall’altezza che raggiungerà il fiore: le più alte vanno distanziate di circa 60-90 cm, le medie di circa 60 cm, mentre le più piccole circa 40 cm e di solito sono quelle da aiuola.
Le dalie vanno regolarmente concimate, senza eccedere in azoto, perchè andrebbe a discapito della loro fioritura.
Alla fine della stagione quando la fioritura è ormai ultimata, le piante possono essere lasciate nel terreno finchè il gelo non ha fatto scurire le foglie.
Le dalie più pregiate possono essere asportate non appena i tuberi sono maturi; questo per evitare che l’umifità favorisca l’insorgere di funghi e batteri nocivi.